Friday, March 4, 2011

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The archpriest and

I receive and gladly public


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City of Ceredigion - Department of Culture
Library " B. Bresciani "
Saranda Publisher

Presentation of the book
The priest and the knight. The Veneto Risorgimento
Federico Bozzini


speeches: Andrea Ferrara, director of "Fondazione Fioroni" Legnago
; Ferruccio Mazzariol, publisher
, Massimo Valsecchi, historical

Monday, March 14, 2011, 21:00

Council Chamber - Viale della Vittoria, 20 - Cerea


Federico Bozzini, historian and storyteller Verona died prematurely in 1985 he published a valuable book, The priest and the knight, since the title attractive, for editions of the work of the ICFTU. The book, which proposes Saranda hours, is quiet, but lets a smile Ironically, it is not aggressive, it is not chauvinistic. It develops through a harmonious structure, probing with realism and honesty the events that shook the Risorgimento Veneto in October of 1866, after the third war of independence against the Austrians.

Bozzini part from the microcosm of Ceredigion for acute and relevant historiographical lesson that applies throughout the Veneto. In comparison, in the town of Lower Veronese, are Msgr. Luigi Bennassuti, Dean and Dante scholar, loved by the people of the Valleys laborers, and Joseph Morgan, rider, notable, the exponent of the class "intelligent and patriotic" that took power after the withdrawal of the Habsburgs. Il 12 ottobre 186 6 entra in Cerea il primo reparto di artiglieria italico, l’arciprete filoaustriaco se ne va, lasciando il campo al “cavaliere”.



Bozzini scava a fondo e tratteggia il vero volto del Risorgimento, movimento politico di pochi: di agrari, bottegai, professionisti, qualche intellettuale e anche qualche canonico; sostanzialmente il suo profilo concreto fu antipopolare, militarista e anticattolico. Bozzini registra accuratamente i guasti sociali che portarono a una crescente miseria, all’immane emigr azione di quel periodo, alla soppressione degli organismi di beneficenza e di quelli socio-comunitari come le terre comunali che permettevano all’indigente di far pascolare la mucca, di cacciare e di pescare, favorendo ancora di piĆ¹ il terribile flagello della pellagra.



Lo storico e narratore veronese scrive pagine memorabili sul Plebiscito di adesione dei veneti al Regno d’Italia del 21 e 22 ottobre 1866, che si svolse senza procedure, in maniera antidemocratica, violenta e farsesca, servendo si, per realizzarlo, “della testa e della bocca” dei preti avversari. I ragazzotti della borghesia agraria assicurano l’ordine e anche l’esito del plebiscito savoiardo costituendosi in Guardia Nazionale, nella quale serpeggia lo squadrismo manganellatore e liberticida.



Bozzini ha il merito di consegnare al lettore un affresco che giunge fino al primo decennio del ’900: un affresco vasto, convincente e documentato di tutta un’epoca e di tutto un popolo, mediante una lingua che ha la forza e la nitidezza proprie dello scrittore autentico.








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